PICCOLA, MA PREZIOSA
La prostata è una ghiandola fondamentale per la salute maschile e per questo, dopo i 40 anni, andrebbe sempre monitorata, per essere certi di non incorrere in piccoli o grandi problemi. La prevenzione delle patologie prostatiche passa, però, anche attraverso una corretta alimentazione e stili di vita salutari.
Un eccessivo senso del pudore fa sì che molti uomini siano restii a parlare dei disturbi di cui soffrono nella regione genitale e urinaria, fino a quando non è più possibile ignorarli. Questo vale anche per i problemi alla prostata, una piccola ghiandola delle dimensioni di una castagna situata vicino alla vescica, che si avvolge attorno all’uretra. La prostata produce gran parte del liquido seminale che ospita gli spermatozoi generati, invece, dai testicoli.
Come tutti gli organi, anche la prostata può essere colpita da malattie, tra cui tre emergono per frequenza:
- la prostatite;
- l'ipertrofia prostatica benigna;
- il tumore della prostata (adenocarcinoma prostatico).
La prostatite è un’infiammazione della ghiandola che ne provoca un ingrossamento, di entità variabile. Ingrossandosi, la prostata preme sull’uretra e questo spiega i disturbi della minzione, che non mancano mai in questa patologia. Nei casi acuti possono arrivare all’impossibilità di urinare, fino a richiedere, in alcuni casi, la temporanea applicazione di un catetere per permettere lo svuotamento della vescica. Quasi sempre sono, però, presenti anche altri sintomi, come una sensazione di fastidio e peso appena sopra il pube, dolore o bruciore alla minzione. A volte la prostatite è dovuta a un’infezione batterica, per lo più di origine intestinale, ma nella stragrande maggioranza dei casi non è possibile risalire alla sua origine, a cui concorrono una varietà di fattori. Tra questi vi sono, però, molto spesso abitudini alimentari non corrette, in primo luogo un consumo di alcol eccessivo o di cibi molto elaborati, speziati o piccanti, che hanno tutti un’azione irritante non soltanto sullo stomaco e sull’intestino, ma anche sulla prostata. Anche l’uso costante di cicli e motocicli può provocare un’irritazione della ghiandola in seguito alle sollecitazioni prodotte dalla compressione della parte e dalle continue vibrazioni.
Le difficoltà nell’urinare -e, in particolare, uno stimolo frequente, sia diurno, sia notturno, un getto più debole e un prolungato sgocciolamento finale- possono essere anche il segno di una ipertrofia prostatica benigna, condizione cronica di ingrossamento della prostata che inizia a interessare circa la metà dei maschi a partire dai 40-50 anni, per aumentare di incidenza con l’avanzare dell’età, fino a colpire quasi il 90% degli over 80. Anche se questo disturbo è, come dice il nome, “benigno”, è importante curarlo per tempo. Se l’ingrossamento diventa, infatti, eccessivo, può causare ristagno delle urine nella vescica, formazione di calcoli vescicali e anche infezioni che possono risalire ai reni, causando gravi danni e imponendo interventi più drastici, come l’asportazione parziale o totale della ghiandola.
La terza, ben più impegnativa, patologia della prostata è il tumore (o adenocarcinoma). Oltre all’età, c’è anche un altro fattore di rischio molto significativo, la familiarità: il fatto che in famiglia un padre o un fratello sia già stato colpito da carcinoma della prostata raddoppia la probabilità di incorrervi. Nelle fasi iniziali questo cancro in genere non dà sintomi, che cominciano a manifestarsi quando il tumore ha raggiunto una certa dimensione. Purtroppo, allo stato attuale non esiste un mezzo di screening veramente affidabile e, dunque, in presenza di familiarità, di sintomi o di un timore, la cosa migliore è affidarsi a una visita urologica. Il medico saprà valutare se sia il caso di sottoporsi all’esame del PSA, a una risonanza magnetica o, in certi casi, a una biopsia prostatica.
Il ruolo fondamentale dello stile di vita
Di fatto poiché a tutte queste patologie della prostata concorrono sempre diversi fattori, non esiste un modo sicuro di prevenirne l’insorgenza, ma è possibile prendere precauzioni relative allo stile di vita che permettono di abbattere notevolmente il rischio di incorrervi.
Tra queste, evitare o smettere di fumare (il fumo ha un effetto irritante su tutti gli organi e non soltanto sui polmoni e contiene numerose sostanze cancerogene) e mantenere una vita attiva, praticando del moto.
Particolare attenzione andrebbe data, poi, alla dieta: l’obesità comporta, infatti, delle alterazioni negli equilibri ormonali, che aumentano il rischio di sviluppare in problemi alla prostata e, in particolare, il cancro.
La salute della prostata comincia a tavola
Le raccomandazioni alimentari si possono riassumere in un sintetico elenco:
- bere pochi alcolici: non più di due bicchieri di vino al giorno;
- mangiare di preferenza cereali integrali (pane, riso, pasta) ricchi di fibre;
- assumere quotidianamente frutta e verdura fresca, meglio se di stagione;
- consumare prodotti a base di soia e legumi: contengono buone quantità di fitoestrogeni, sostanze vegetali che riequilibrano l'eccesso di testosterone, che favorisce lo sviluppo del tumore alla prostata;
- ridurre il consumo di carni rosse, specialmente se grasse, evitando di cuocerle troppo e di ricorrere alla cottura alla brace (le parti carbonizzate contengono un’elevata quantità di sostanze cancerogene);
- evitare cibi ricchi di grassi saturi, come quelli di origine animale;
- bere tè verde: contiene antiossidanti che possono avere un’azione preventiva nei confronti del cancro;
- bere almeno due litri di acqua al giorno, frazionata in molte volte.
Tumore della prostata e PSA
Il PSA, o antigene prostata-specifico, è una proteina che è normalmente secreta dalla prostata che può essere misurata con un semplice prelievo del sangue. In passato si era diffusa l’idea che il dosaggio potesse servire per uno screening sistematico su tutta la popolazione per la prevenzione del cancro alla prostata. In realtà non è così, perché i valori del PSA possono eccedere quelli normali per molte altre cause, da un’infiammazione anche lieve della prostata, a un’attività fisica intensa, una cistoscopia e anche un rapporto sessuale nel corso delle ultime 48 ore, con un elevato rischio di ottenere falsi positivi. Per questo oggi il dosaggio del PSA è raccomandato solamente in presenza di sintomi e, comunque sia, nella fascia di età tra i 50 e i 70 anni.