PRIMAVERA A TUTTA ENERGIA
L’arrivo dei primi caldi porta allegria e voglia di passare il proprio tempo all’aria aperta, ma può avere qualche effetto collaterale per il nostro organismo:
affaticamento, stanchezza non compensata da un adeguato riposo e irritabilità. Ecco alcuni buoni consigli per superare il “mal di primavera” e affrontare il periodo con la giusta grinta.
Mentre per alcuni animali l’inizio della primavera segna l’uscita dal letargo, all’essere umano sembra proprio fare l’effetto contrario. La stanchezza è infatti il principale e più diffuso sintomo di quel “mal di primavera” che ha dato origine al detto “aprile dolce dormire”. Ma l’elenco dei disturbi (piuttosto soggettivi) che possono sopraggiungere è lungo: debolezza, difficoltà di concentrazione, mal di testa, allergie, irritabilità, malumore e, accompagnata alla stanchezza diurna, l’insonnia. Il fatto è che l’evoluzione ha predisposto il nostro organismo a funzionare nella maniera più adatta alle condizioni ambientali tipiche di ogni stagione. Per esempio, in inverno lo smaltimento del grasso addominale è rallentato perché questo rappresenta un ottimo isolante termico contro le temperature troppo rigide, ed è anche il motivo per cui durante la stagione fredda capita che le diete dimagranti diano risultati abbastanza relativi. A innescare i cambiamenti metabolici stagionali nell’uomo sono l’innalzamento della temperatura ambientale e, in misura ancora più marcata, il fotoperiodo, ossia le ore di luce disponibili nell’arco della giornata. Le informazioni sensoriali che arrivano al cervello innescano il rilascio di neurotrasmettitori cerebrali e ormoni che predispongono l’organismo a far fronte ai presupposti della bella stagione, a partire da un’attività fisica più intensa per una quantità maggiore di tempo. Così, all’aumento della luminosità quotidiana, corrisponde una produzione di cortisolo superiore, ormone che ci rende in grado di sviluppare rapidamente più energia. Il cortisolo è però anche il principale ormone dello stress che, d’altro canto, causa irritabilità ed ansia. La durata del “mal di primavera” è legata al fatto che i centri cerebrali che controllano i ritmi biologici – in pole position l’ipotalamo - hanno bisogno di un certo tempo per adattarsi e distinguere le condizioni ambientali stabili di un certo periodo, rispetto a quelle transitorie (altrimenti basterebbe una brutta giornata estiva a riportarci nella “modalità inverno”). Ecco come mai il problema svanisce quando il tempo,proverbialmente variabile in primavera, si stabilizza. A complicare ulteriormente le cose ci si mettono anche le allergie, più frequenti con il caldo (e più diffuse in generale), che irritano le vie respiratorie causando rinite, tosse e talvolta asma, affaticando parecchio l’organismo. Per individuarle esistono appositi test, e per curarle si trovano in commercio terapie sempre più efficaci. Al fine di ridurne i fastidi invece sono utili accorgimenti di tipo igienico (come lavarsi spesso le mani, non rimanere a lungo all’aperto, curare la pulizia dei filtri dei condizionatori, rimuovere le fonti di polvere). Ma se lo scopo è quello di alleviare il mal di primavera, basta apportare alcune piccole modifiche al proprio stile di vita.
ADATTARE I NOSTRI RITMI
Come primo esempio si può cercare di stabilizzare uno dei principali stimoli che regola i cambiamenti dei ritmi biologici, quello della temperatura, vestendosi a strati, con capi in fibra naturale di cui spogliarsi facilmente e da rindossare al bisogno.
Per quanto possa sembrare poco intuitivo, poi, per vincere la stanchezza è più utile praticare attività fisica che riposarsi. Questo per due ragioni: la stanchezza stagionale non è causata da particolari fatiche, ma conseguenza di oscillazioni nel “regime” a cui deve funzionare il nostro motore, e il movimento lo indirizza nella direzione giusta; inoltre, l’allenamento stimola la produzione di endorfine, neurotrasmettitori cerebrali sia ansiolitici e analgesici, che smorzano l’irritabilità e rendono più sereni. L’importante è che si tratti di un’attività di tipo aerobico, a bassa intensità e di durata sufficientemente lunga (30-40 minuti). Ossia: non occorre farsi venire il fiatone, anzi questo è un segno che si sta forzando troppo l’intensità. Ad esempio, si può fare jogging o andare in bicicletta, approfittando delle giornate che si allungano e del clima mite. Ma può anche bastare camminare di buon passo, magari concedendosi un tratto a piedi di ritorno da lavoro. Ovviamente questa attività va svolta con una certa costanza per dare dei frutti, almeno tre-quattro volte la settimana.
LA SALUTE A TAVOLA
Anche una particolare attenzione all'alimentazione può essere d'aiuto, visto che deve soddisfare le rinnovate esigenze del nostro corpo. Però attenzione, non si tratta di un semplice aumento del fabbisogno energetico: per far fronte a una maggiore attività occorre un cambiamento metabolico complessivo dell’organismo, visto che si passa da una costante produzione di calore per affrontare il clima rigido invernale a una modalità di resa energetica efficiente. In poche parole non è una questione di mangiare di più, ma meglio. Per questo è importante ridurre l’apporto di grassi, ma ancor più cercare di seguire una delle regole auree dell’alimentazione (valida anche in inverno), cioè consumare tutti i giorni cinque porzioni di frutta e verdura, così da garantire al proprio organismo un buon apporto di vitamine e sali minerali, come il calcio, il ferro, il potassio e il magnesio. E, se proprio non riuscite a rispettare questa quantità, è possibile aggiungere alla dieta un integratore, dietro consiglio del medico o del farmacista. Fra i sali minerali, il magnesio riveste una particolare importanza nella nostra alimentazione, soprattutto in questo periodo, dato che contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento. Una sua funzione secondaria è poi quella di collaborare al mantenimento di un normale metabolismo energetico, cooperare alla sintesi proteica e agevolare una funzione psicologica ideale. Il potassio, invece, è un alleato della funzionalità muscolare, e si mostra di gran sostegno al buon funzionamento del sistema nervoso, nonché al mantenimento di una normale pressione sanguigna. Anche le vitamine sono essenziali per un buon funzionamento dei processi metabolici: la vitamina C facilita l’assorbimento del ferro e ha, come la vitamina E, un noto potere antiossidante. Queste due sostanze essenziali combattono infatti i radicali liberi, i dannosi materiali di scarto metabolico generati quando il nostro corpo si “mette in moto” dopo la pausa invernale (proprio come un’auto che fa più fumo quando la si accelera). Va infine sottolineata l’importanza di un ultimo “alimento” troppo spesso poco considerato: l’acqua. È infatti essenziale berne almeno due litri al giorno per liberarsi di scorie e tossine, e per far funzionare al meglio i nostri organi e tessuti.
LUCE, IPOTALAMO E INSONNIA
La centralina che controlla il coordinamento fra i ritmi del nostro organismo e quelli stagionali è una piccola struttura cerebrale all’interno dell’ipotalamo, composta da migliaia di “neuroni orologio”. Questa parte del nostro cervello opera da controllore di moltissime funzioni vitali, dalla fame alla sete, dalla sessualità al sonno. I suoi neuroni orologio sono divisi un due gruppi: uno segna il passo di ciò che avviene nel nostro corpo, l’altro riceve stimoli dalla retina ed è quindi regolato dalla luminosità delle giornate. Quando il ritmo dei due “orologi” differisce troppo, il primo viene resettato sul secondo: un processo complesso che richiede un certo tempo, durante il quale la produzione e le scorte di svariati ormoni si fanno incostanti e talvolta insufficienti. Particolarmente evidente è una disponibilità ridotta di melatonina, l’ormone che regola l’alternanza sonno veglia e la cui carenza può portare a disturbi del sonno. Per ridurre l’eventuale insonnia primaverile potrebbe risultare dunque utile, a seguito di un colloquio con il proprio medico curante o con il farmacista, assumere un integratore alimentare a base di questa sostanza, in aggiunta alla propria dieta quotidiana.