REFLUSSO, CHI È COSTUI?
Bruciori di stomaco e dolori al petto, tensioni addominali, nausea e sensazione di pesantezza. Tutti questi sintomi hanno un nome: reflusso gastroesofageo.
Un pranzo abbondante in ottima compagnia brindando con un buon bicchiere di vino: cosa c’è di meglio? Eppure per alcuni questa pratica può trasformarsi in un incubo, se al pasto seguono bruciori di stomaco e dolori al petto, tensioni addominali, nausea e sensazione di pesantezza, oltre al rigurgito acido. Tutti questi sintomi hanno un nome: reflusso gastroesofageo. Chi ne soffre, durante le ore successive a pranzo e cena e anche più volte nel corso della giornata (soprattutto di notte), può vivere disagi davvero fastidiosi come quelli appena elencati.
La malattia da reflusso gastroesofageo è una risalita involontaria e intermittente dei succhi gastrici dallo stomaco lungo l’esofago – cioè il canale attraverso il quale passa il cibo fino alla gola. Questo movimento ascendente irrita le mucose e in certi casi anche le vie respiratorie, causando laringiti, raucedine, tosse. Il problema è che identificare una patologia simile può risultare difficile, a causa della serie di complicanze che essa comporta e che rendono facile scambiare il reflusso con altre problematiche. Parlarne con il proprio medico e il farmacista di fiducia è sicuramente il primo passo per la guarigione. Se i disturbi si verificano di frequente e sono localizzati soprattutto nell’esofago, gli esperti vi potrebbero consigliare di assumere un medicinale antiacido, venduto in farmacia senza ricetta medica, per tamponare il contenuto dei succhi gastrici, oppure un inibitore della pompa protonica (cioè una proteina presente sulla superficie delle cellule dello stomaco, che immette l’acido all’interno dello stomaco stesso). Gli inibitori della pompa protonica bloccano la “pompa” riducendo la quantità di acido immessa nello stomaco ed evitando cosí bruciori e rigurgiti, ma vanno assunti solo per brevi periodi. Se non tutto ciò non bastasse, allora è meglio rivolgersi al medico e approfondire la questione con test specifici e più precisi. In ogni caso, la cura del reflusso gastroesofageo inizia a tavola: chi ne soffre dovrebbe sempre consumare pasti leggeri e frequenti nell’arco della giornata (cinque se possibile), mangiando molto lentamente per dare allo stomaco tutto il tempo di digerire i cibi. È bene poi evitare di sdraiarsi subito dopo aver mangiato, eliminare gli alimenti molto pesanti o difficili da digerire, come fritti e insaccati, e ovviamente quelli grassi, come i formaggi stagionati e il latte, colpevoli di rallentare la digestione.
RACCOMANDAZIONI PRATICHE
- Evitare pasti troppo abbondanti.
- Mangiare sempre molto lentamente.
- Non fumare e non bere alcol, bevande gassate o caffeina.
- Se si è in sovrappeso, cercare di dimagrire.
- Non mangiare durante le tre ore precedenti al riposo notturno.
- Se il reflusso è intenso soprattutto di notte, sollevare la testa con più cuscini.
- Non indossare cinture o pantaloni troppo stretti.
- Evitare cibi che favoriscono il reflusso, come cioccolato, fritti, alimenti grassi, speziati e acidi, tipo il pomodoro, ma anche gli agrumi e i succhi di frutta.