RISO ROSSO FERMENTATO, UN AIUTO PER LA SALUTE
Il riso rosso fermentato è un riso bianco cotto e lasciato fermentare in presenza di un particolare fungo.
Più o meno tutti sanno che il colesterolo, tra i principali fattori di rischio di molte malattie cardiovascolari, è uno di quei valori da tenere sempre sotto controllo. Non tutti però lo misurano costantemente, e non sempre è facile interpretare i valori emersi dalle analisi.
Il tetto massimo di colesterolemia (cioè il livello del colesterolo totale nel sangue) oltre al quale occorre confrontarsi con un medico è di 240 mg/dl: un “asterisco” che alcuni italiani ritrovano nelle proprie analisi. Ma anche se ci si aggira tra i 200 e i 230 mg/dl, e si risulta perciò etichettabili come border line, i presupposti perché si scivoli presto o tardi nell’ipercolesterolemia sono comunque presenti e pronti a minacciare la nostra salute. E’ proprio in questo stato si trovano molti uomini e donne del belpaese, con picchi tra la popolazione femminile over 65. Occorre fare attenzione alla dieta, certo, ma non è sufficiente.
Un aiuto per tenere il colesterolo entro i limiti di normalità può derivare dal riso rosso fermentato, un prodotto utilizzato da secoli in Cina al fine di ricavarne un colorante alimentare per salse, pesce, carni, formaggio di soia e molto altro. Il riso rosso fermentato ha incuriosito scienziati e medici proprio per il suo ruolo nel metabolismo del colesterolo.
IMPARIAMO A CONOSCERLO
Il riso rosso fermentato è in realtà comune riso bianco cotto e lasciato fermentare in presenza di un particolare fungo, il Monascus purpureus (di qui il tipico colore rosso purpureo). Tra i prodotti derivanti da questa fermentazione ci sono molti antiossidanti utili a preservare le cellule dall’invecchiamento (fitosteroli e isoflavoni), ma soprattutto le monacoline, tra le quali la monacolina K, una sostanza che riduce la produzione di colesterolo da parte del fegato, inibendo l’enzima HMG CoA reduttasi.
ATTENZIONE PERO': NON E' PER TUTTI
Proprio per il meccanismo con cui agisce, analogo a quello delle statine, l’uso del riso rosso fermentato richiede qualche precauzione, e la sua assunzione andrebbe sempre segnalata al medico curante. Questo integratore, infatti, non va utilizzato né in gravidanza né da chi è affetto da una vera e propria dislipidemia (forte variazione dei lipidi nel sangue), che richieda il trattamento con statine o fibrati. Il riso rosso fermentato inoltre non va mai assunto insieme ai farmaci per ridurre il colesterolo, perché gli effetti della monacolina K, in questo caso, si sommerebbero a quelli dei farmaci, aumentando il rischio di effetti collaterali. Il suo uso è, inoltre, sconsigliato alle persone che hanno disfunzioni renali, epatiche o della tiroide, e dovrebbe evitarlo anche chi sta assumendo antibiotici, antimicotici e antivirali o alcuni antiepilettici e antidepressivi, compresa l’erba di San Giovanni, perché potrebbe ridurre l’efficacia di questi farmaci. Infine, quando si assume riso rosso fermentato, bisognerebbe astenersi dal consumo del succo di pompelmo: anche in piccola quantità, è in grado di interagire con numerosi medicinali e sostanze tra cui, appunto, la monacolina.